La danza contemporanea francese è protagonista all’Auditorium Parco della Musica in occasione della nuova edizione di Equilibrio Festival, prodotto dalla Fondazione Musica per Roma con la direzione artistica di Roger Salas e la collaborazione dell’Ambasciata di Francia in Italia e dell'Institut français Italia. Il 17 e 18 febbraio i creatori di Système Castafiore accompagneranno lo spettatore in un’indimenticabile esperienza visiva ed emotiva attraverso il loro magico universo plastico con “Théorie des prodiges”. All’origine del progetto vi è un tentativo esplicito di ritrovare uno sguardo meravigliato sul mondo. Lo spettacolo è un susseguirsi di momenti che tentano di ristabilire l’ordine della realtà. Lo spazio scenico diventa lui stesso un luogo di prodigio. "Théorie des Prodiges" è soprattutto uno spettacolo di danza gnostica. È la ricerca della manifestazione delle essenze, il ritorno alla fonte primordiale. S’intrufola nel microsistema e lascia risuonare l’infinitamente grande.
Fino al 18 febbraio al Brancaccino è in scena “L’imperatore della sconfitta” con Elena Arvigo e Caterina Gramaglia. Si tratta dell’opera scritta nel 1994 e dedicata all’attore Marc Moon Van Overmeir da Jan Fabre, uno degli artisti più estremi e visionari del nostro tempo. Uno spettacolo catartico, una meditazione filosofica. L’Imperatore delle sconfitte si interroga sull’identità dell’artista, un rincorrersi di riflessioni, sull’essere umano e in particolare sul un tema della “perdita” che è l’alveolo del riscatto e prevede in sé i parametri di un’azione rivoluzionaria. Nell’adattamento italiano si sono sostituiti brani di repertorio di Marc Moon e le filastrocche popolari fiamminghe con brani della nostra tradizione che possano evocare la stessa famigliarità. Il testo è continua evocazione del titolo. Per Fabre la sconfitta intesa come perdita porta già in sé la possibilità della rinascita e innesca la re-azione che permette di proseguire.
Il Teatro Palladium ricorda una rilevante tragedia nazionale, il disastro del Vajont. In scena, il 16 e 17 febbraio Francesca Satta Flores presenta “Vajont. Quando lassù”, uno spettacolo su testo di Giovanna Caico che porta in scena anche alcuni studenti universitari con i quali si è affrontato un percorso laboratoriale incentrato proprio sul tema del passaggio della memoria e della sua sopravvivenza. Protagonista dello spettacolo, contemporaneamente al racconto del disastro del Vajont è l’intero, complesso, ricchissimo mondo di memorie e vissuti che in pochi secondi è stato cancellato insieme alle persone che lo animavano e lo custodivano. Il linguaggio evocativo, giustapposto a quello quasi cronachistico delle voci che si succedono al microfono della radio, restituisce l’incommensurabilità della perdita non attraverso la sua denuncia, ma piuttosto esplorando e celebrando la profondità e la ricchezza delle memorie che a questo mondo perduto sopravvivono.