
Panorama di Avigliano visto dall'alto / © iStockphoto
Il cuore della devozione popolare batte nella Basilica di Santa Maria del Carmine, detta anche Chiesa Madre, il cui interno a tre navate conserva statue in legno, due acquasantiere, la croce professionale ed una piccola biblioteca. A due navate è invece la Chiesa di Santa Maria degli Angeli, del Seicento, dove sono coniugati differenti stili ed arti nelle numerose statue, negli altari in legno policromato, nei pregevoli dipinti, nelle sculture di legno e nell'organo a canne passando per i bellissimi portali del monastero. Ci sono, poi, la Chiesa di San Vito con una Madonna col Bambino e i Santi Vito e Lorenzo, un dipinto datato 1640; la Chiesa della Santissima Annunziata e la Chiesa di Santa Maria di Conru Bonu, una delle più antiche essendo stata eretta nel 1164. Nei dintorni ci sono altri spunti interessanti di visita, come la Chiesa di Santa Maria degli Angeli con il Monastero, che si presenta con un interno dove spiccano altari in legno, dipinti, sculture in legno e un organo a canne. Da non lasciarsi sfuggire i portali della facciata esterna e il pozzo nel chiostro. Il Santuario della Madonna del Carmine si trova sul Sacro Monte ed è meta di pellegrinaggi: è stato edificato in onore della Vergine in seguito ad una terribile carestia seguita da un forte terremoto.

Santuario della Madonna del Carmine / ©Di Giada Caponigro - Opera propria, CC BY-SA 4.0, Wikimedia Commons
E poi c’è l’attrazione più famosa, che si trova nella frazione di Avigliano, Lagopesole, dove si erge un bellissimo castello voluto da Federico II di Svevia e costruito tra il 1242 e il 1250. La costruzione è passata agli annali della storia, legando il suo nome in maniera indissolubile alla prigionia di Elena Ducas, la moglie di Manfredi, erede proprio di Federico II di Svevia. Elena non visse così a lungo da festeggiare i suoi trent’anni, vittima innocente di Carlo d’Angiò che, approfittando della morte di Manfredi, la fece imprigionare nel maniero. La nobildonna, imprigionata senza colpe, si lasciò morire per il troppo dolore e la depressione. Come ogni altro castello che si rispetti anche quello di Lagopesole è ricco di leggende, come quella che racconta del fantasma di Elena, soprannominata ‘Elena degli Angeli’ che non si è mai staccata da questo castello nella speranza di potere ancora incontrare l’amato Manfredi ed i loro figli. In molti sostengono che spesso, nell’ora del tramonto, si possa ancora vedere il suo spettro vestito di bianco che tiene in mano una lanterna accesa, volgendo il suo sguardo verso l’orizzonte come in attesa di qualcuno. E la leggenda continua dicendo che Manfredi, cavalcando un cavallo bianco ed indossando un mantello verde, galoppi nelle campagne intorno al castello anche lui alla ricerca della defunta sposa.

La frazione di Lagopesole con il Castello di Federico II / ©iStockphoto
Considerato una delle ultime residenze volute da Federico II in terra lucana, si presenta come un'imponente testimonianza di architettura fortificata medievale in cui suscita interesse e curiosità la presenza di una Cappella Palatina, caso alquanto raro e singolare per una costruzione fatta realizzare dall’Imperatore svevo. La chiesa, infatti, è l’unico esempio presente tra i castelli risalenti all’epoca imperiale e si presenta in un austero stile romanico. Il castello è formato da un massiccio blocco rettangolare articolato su due piani che si distribuiscono intorno a due cortili: uno maggiore, sul quale si affacciano i saloni, le stanze di rappresentanza adornate con splendidi capitelli raffiguranti la flora e la fauna del territorio circostante, e la chiesa, e uno minore, che accoglie nel mezzo il donjon che nell'antichità era destinato ad attività di servizio. Con il passare del tempo il Castello di Lagopesole ha mutato l’aspetto a causa dei numerosi rifacimenti ed accrescimenti, come l’aggiunta in età normanna nell’ala nord di una sala per l’ascolto della musica e alcuni camini, una scala nell’ala ovest. Oggi è sede del Corpo Forestale dello Stato ed ospita numerosi attività culturali. Dal 2000 accoglie l’Antiquarium, realizzato con i materiali medievali rinvenuti durante le campagne di scavo effettuate nel cortile minore, ulteriore contribuito per il visitatore a capire i mutamenti che hanno reso unico questa fortezza in terra lucana.
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