Antuni sorge in cima all’omonimo monte, quasi completamente circondato dal bacino lacustre se non per un istmo che lo collega alla terraferma. Un tempo non vi era un lago al di sotto ma una vallata, e solo nei suoi ultimi 10 anni (circa) di vita il borgo si trovò a ‘galleggiare’ sulla sommità del colle. Fondato – si suppone – nel XI secolo, probabilmente per volontà della famiglia Guidoneschi che donò il castrum all’Abbazia di Farfa, la storia di Antuni fino all’epoca medievale non è particolarmente nota, mentre nei secoli inclusi tra il 1500 e il 1900 il borgo fu dominio di diverse famiglie nobiliari. Ma è del 1944 l’evento storico che portò al suo totale abbandono: Antuni fu bombardata per errore (si puntava a distruggere il vicino ponte che permette di attraversare il lago) durante la Seconda Guerra Mondiale. Dagli anni ’50 divenne completamente disabitato, e da lì per quattro decadi cadde vittima dell’incuria.

Castel di Tora
Negli anni ’90 sono cominciati i restauri che hanno rimesso in sicurezza molti dei ruderi del borgo, permettendo agli appassionati di escursionismo di riscoprirlo. Parte delle antiche mura, del Palazzo del Drago e di diversi edifici storici sono stati recuperati e oggi si possono visitare (esternamente). Sono ben visibili ancora pozzi antichi, piazze, giardini e persino un labirinto. Addentrandosi per circa un chilometro a partire da Antuni si giunge inoltre al suggestivo Eremo di San Salvatore, che con la sua posizione domina incontrastato il lago: si trova su uno sperone roccioso a picco sulle acque.
Come specifica Camminando con, associazione che si occupa di organizzare le visite al borgo fantasma, occorre percorrere 1,5 chilometri in salita, su strada sterrata, per raggiungere Antuni, e altrettanti per arrivare all’eremo. Non un’impresa certo, ma è un’escursione che si consiglia di fare solo a persone in buona forma fisica (il dislivello è di 130 metri).
Cosa fare nei dintorni
Pur non godendo della fama di altri laghi laziali iconici come Bracciano o Bolsena, il Lago del Turano ha fascino da vendere e bellezze, sia naturalistiche che storico-architettoniche, che abbondano. La storia stessa del bacino è intrigante, perché si tratta di un lago artificiale, realizzato con la costruzione della diga che sbarra il corso del fiume Turano. Si può percorrerne la sommità ammirando un paesaggio mozzafiato: basta percorrere il lungolago (la strada è posta in posizione sopraelevata rispetto al bacino) verso nord in direzione Stipes, piccola frazione. Questa diga, assieme a quella che ha creato il Lago del Salto che si trova a circa 40 chilometri di distanza, fu costruita negli anni ‘30 per il suo grande potenziale idroelettrico. I due laghi sono collegati da una galleria sotterranea di 9 chilometri, e con la loro creazione sono stati sommersi diversi borghi che si trovavano nelle rispettive vallate. Ve ne abbiamo parlato qui.

Il Lago del Salto
Fortunatamente, alcuni dei paesi più belli si trovavano in cima alle colline, e non hanno subito la sorte degli abitati nella vallata. In primis Castel di Tora, pittoresco borgo il cui impianto medievale è ancora ben visibile, un vero gioiello del Lazio spesso ignorato. Il paese è arroccato in posizione dominante sul bacino lacustre, posizione che garantisce panorami unici e strade acciottolate che serpeggiano tra edifici in pietra. Potete scoprire di più su Castel di Tora qui. Una visita suggestiva, con tanto di panorami mozzafiato, si può fare anche a Paganico Sabino, uno dei borghi più antichi della valle Turanense. Scopritelo qui.
Oltre ai borghi il Lago del Turano offre la possibilità di sollazzarsi al sole distesi sui prati che lo circondano. In base al livello delle acque ci possono essere ‘spiagge’ più o meno estese, perché la forma stessa del lago, lungo e serpeggiante, fa affiorare promontori e ‘fiordi’ lungo tutto il suo perimetro. È un lago balneabile, e il colore delle sue acque turchesi invoglia davvero, anche se il fondale limaccioso tipico dei bacini lacustri può scoraggiare i più schizzinosi. Tra le spiagge più frequentate quella di Castel di Tora e del Villaggio dei Giornalisti.
Infine, tra le peculiarità locali c’è senza dubbio la gastronomia a base di funghi e tartufi. Non perdetevi l’occasione di assaggiare le sagne, dei fazzoletti di pasta che qui, al contrario di altre zone di Lazio e Abruzzo, non sono rettangolari e regolari ma appaiono ‘strappati’. Vi abbiamo consigliato qualche ristorante qui, ma è garantito che anche scegliendo a caso non rimarrete delusi.