
Centro storico di Capalbio
4 passi nel borgo
Prima di entrare nel borgo bisogna oltrepassare le mura possenti che dal Quattrocento lo circondano: sono realizzate in pietra locale, costituite da due cerchi concentrici di cui quello più basso è medievale mentre quello esterno, più elevato, è rinascimentale. Dal camminamento di ronda si gode del panorama aperto su tutta la campagna circostante (come mostra la foto sotto). Un serie di imponenti torrioni è intervallata da due porte che consentono l’accesso al centro. Porta Senese è quella posta sul lato nord, notoriamente la più famosa: è decorata da una lapide del 1418 che ricorda la ristrutturazione delle mura, e da uno stemma mediceo risalente al 1601 che venne affisso in seguito all’annessione di Capalbio al Granducato di Toscana. Salendo verso destra ci si imbatte nell’Arco Santo dove si può notare, incastonato nel muro, un ritratto in marmo dell’Imperatore Adriano del II secolo d. C. La Chiesa di San Nicola, edificata tra il XII al XIII secolo, è di impianto romanico ma impreziosita da elementi gotici e al suo interno si possono ammirare bellissimi affreschi quattro e cinquecenteschi. Arrivando a Piazza della Rocca si nota la forma di L della fortificazione, con il Torrione annesso al quale si trova il quattrocentesco Palazzo Collacchioni. L’interno della Rocca Aldobrandesca è abbastanza spoglio ma questo permette di ammirare le fini decorazioni di alcune sale. Altra curiosità che lega la città a Giacomo Puccini è il fatto che, durante i suoi soggiorni, suonò un pianoforte conservato qui, all’interno del palazzo. Piazza Magenta, che durante la stagione estiva è particolarmente vivace in quanto location per numerosi eventi, è il punto di partenza per accedere ai camminamenti sulle mura, utilizzati per la ronda di difesa della città. Al di fuori delle mura si trova l’Oratorio della Provvidenza, una piccola ma interessante chiesa di epoca rinascimentale dove l’interno ospita una cappella affrescata da un allievo del Pinturicchio.

Panorama che si gode dalle mura di Capalbio con la campagna maremmana che arriva al mare
Il Parco dei Tarocchi
E’ però il Parco dei Tarocchi (più informazioni qui), collocato nella frazione di di Garavicchio, l’attrazione principale di Capalbio. Ispirato al meraviglioso Parc Guell di Gaudì a Barcellona, nasce nel 1979 da un’idea della scultrice francese Niki de Saint Phalle e raccoglie le statue ispirate alle figure degli arcani maggiori del mazzo dei tarocchi. E proprio queste figure danno vita ad un percorso esoterico con diverse attrazioni. In un susseguirsi di vasche, fontane, stanze, piazze, sculture, cupole, cappelle si incontrano la Papessa e il Mago, la Fortuna, la Giustizia, l’Albero della Vita, l’Imperatore, la Temperanza, la Forza, la Morte, il Diavolo, il Matto, il Mondo. L’Imperatrice Sfinge è forse la più importante scultura del giardino, un importante complesso in cui Niki de Saint Phalle ha abitato per lunghi periodi durante i lavori. Alcune opere sono state realizzate da altri artisti, come le panche in ceramica poste all’esterno del giardino, le sedie in ferro e ceramica dentro l’imperatrice, e l’arredamento della biglietteria, opera di Pierre Marie Lejeune. Gli affreschi all’interno del mago sono del pittore Alan Davie, la scultura posta dentro la sacerdotessa è di Marina Karella, mentre la costruzione della biglietteria è stata affidata all’architetto Mario Botta. Scopri qualcosa di più sul Giardino dei Tarocchi

Nel Giardino dei Tarocchi, alcune statue che si incontrano durante il percorso
Il WWF in Maremma
Nella fascia costiera vicino Capalbio si estende invece la Riserva del Lago di Burano, una laguna salmastra separata dal Mar Tirreno da una sottile lingua sabbiosa costituita da una serie di morbide dune. Riserva naturale dal 1980, una parte del lago e della zona circostante sono stati la prima Oasi gestita dal WWF. Il sentiero natura dispone di vari punti di osservazione costituiti da torri di avvistamento e capanni osservatori, inoltre sono presenti percorsi natura didattici, un giardino delle farfalle, un osservatorio per la visione notturna dei mammiferi ed un centro visite dotato di foresteria. La Riserva oltre ad annoverare specie stanziali, è un importante luogo di svernamento e sosta di un gran numero di uccelli. Si possono osservare fenicotteri, oche selvatiche, gabbiani, beccapesci, tarabusi e aironi cenerini. Nel canneto vivono numerosi usignoli di fiume, cannareccioni, forapaglie castagnoli e migliarini di palude. Diverse anche le specie di anatre come le morette e i moriglioni. Tra i rapaci spiccano il falco di palude, il falco pescatore, la poiana, lo sparviero, il gheppio, l’aquila anatraia ed altri. Nella macchia e tra le radure sabbiose della duna vivono i daini, l'istrice, il tasso, il coniglio selvatico, la puzzola, la faina, la volpe, la donnola, il riccio, caprioli e cinghiali. Tra i rettili la testuggine terrestre e palustre, cervoni, vipere, biacchi, saettoni, lucertole e ramarri.

Veduta panoramica del Lago di Burano
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