La triste storia della regina tradita
Protagonista di questo fatto di cronaca fu la principessa Amalasunta, unica figlia del re ostrogoto Teodorico, divenuta reggente del regno in nome dell’erede, il figlio Atalarico, ancora troppo giovane per quel ruolo. Quando Atalarico morì prematuramente ella divenne regina a tutti gli effetti. Occorre accelerare la narrazione rispetto alla complessità dei giochi di potere che Amalasunta decise di intessere, o questa richiederebbe un grosso capitolo storico a parte. Fatto sta che ad un certo punto, in nome di trame di corte e di interessi politici, ella fu spodestata e reclusa sull’Isola Martana. Sulla quale, nell’aprile del 535, venne assassinata per strangolamento. A rendere possibile questo tradimento e omicidio fu il cugino della regina, Teodato duca di Tuscia, che ella aveva associato al trono sposandolo, con l’intento di rafforzare la propria posizione. L’infedele cugino volle invece accentrare il potere nelle sue mani. Questo episodio segnò tuttavia l’inizio del lungo conflitto noto come Guerra Gotica, e nemmeno Teodato si poté godere il trono a lungo.

La regina Amalasunta sarebbe dunque stata eliminata da una congiura familiare, dai suoi stessi cari: il cugino-marito l’avrebbe portata sull’isolotto con l’inganno, offrendole un ‘tour’ tra i suoi possedimenti. Non solo: non manca chi sostiene che sia stato lui stesso ad ucciderla, con le sue mani. Per questa ragione il fantasma della regina tradita non si è mai dato pace, e ancora oggi infesta l’isola: c’è chi giura di averla sentita urlare, chi sostiene di averla intravista nelle sue vesti da dama vagare tra le nebbie dell’isola, e pare che lo spettro si manifesti in particolare nei giorni in cui spira forte il vento di Tramontana.
Tanto la zona è culturalmente legata a questa vicenda, che nel 1994 è stata posta una targa commemorativa sul versante orientale dell’isola, durante un evento celebrativo per i 1500 anni della nascita di Amalasunta, avvenuto con tanto di corteo nautico. Inoltre sul borgo di Marta, paese che dà il nome all’isola ma si trova sulla terraferma, c’è un edificio che si dice essere quello del pescatore (Tomao) che portò sull’Isola Martana la sventurata regina, e finché fu in vita egli divenne il suo tramite con gli abitanti del luogo. Si trova al civico 106 di Via Amalasunta.
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Bolsena
In molti ricorderanno dalle nozioni scolastiche che il lago di Bolsena è il più grande lago vulcanico d’Europa. Si trova nella provincia di Viterbo, in un’area chiamata Alta Tuscia, ed è così vasto che non di rado si osservano dei moti ondosi simili a quelli del mare (chiamate sesse). La sua forma perfettamente circolare è un’altra peculiare caratteristica, comune a molti laghi originati da vulcani. Oltre all’Isola Martana si trova nel lago anche l’Isola Bisentina, più grande e ancora più verde. Entrambe conservano edifici storici e sono circondate da belle acque balneabili.

Capodimonte
Tutta l’area di Bolsena ha una notevole importanza storica. Innanzitutto, durante l’epoca etrusca attorno al lago crebbero diversi insediamenti, alcuni evoluti sino a diventare attuali paesi. Ma furono soprattutto il medioevo e il primo rinascimento a far crescere le località attorno a Bolsena di valore storico, architettonico, artistico. Grande è l’impronta che lasciò la famiglia Farnese sui comuni adiacenti. Sul lago di Bolsena affaccia l’omonimo paese, nel quale si possono visitare lo splendido Palazzo del Drago (scopritelo qui) e la Rocca Monaldeschi (leggete qui). Ci sono poi Montefiascone, Marta, Capodimonte, Valentano, Gradoli, Grotte di Castro, San Lorenzo nuovo, tutte località pittoresche e ricche di storia. Scopri il Lago di Bolsena, tra storia e natura
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