Si può raggiungere facilmente partendo dal centro di Orvinio, anche a piedi, e si trova immersa nel verde. Dell’abbazia di Santa Maria del Piano rimangono solo le mura perimetrali e la suggestiva facciata della chiesa, che appare come una quinta cinematografica, sormontata dalla spettrale torre campanaria. Si suppone che la sua fondazione sia legata alla vittoria di Carlo Magno sui Saraceni, avvenuta nell’area circostante: fu proprio il condottiero a voler erigere una chiesa per ringraziare la Madonna. Legati alla potente Abbazia di Farfa, i monaci benedettini la abitarono dal IX secolo circa fino al 1500, quando iniziò un periodo di declino che portò al totale abbandono. Per qualche tempo la chiesa fu ancora utilizzata per le celebrazioni, ma venne anch’essa abbandonata alla rovina. Durante l’800 l’area abbandonata venne impiegata come cimitero.

Purtroppo l’abbazia di Santa Maria del Piano subì negli anni numerosi saccheggi, che la spogliarono di ogni elemento decorativo e architettonico, incluso il rosone della facciata principale. Fra l’altro, molti dei capitelli, fregi e dettagli scultorei provenivano a loro volta da vestigia romane. Altri elementi, come la torre campanaria duecentesca, furono danneggiati dal maltempo, mentre le cappelle vennero gravemente rovinate nell’intento di disseppellire i defunti quando il cimitero fu spostato. Il resto lo fece l’incuria. Insomma, la struttura oggi costituisce semplicemente un pittoresco scenario per pic nic primaverili e passeggiate nei dintorni, ma data la sua fragilità (è un vero e proprio rudere) si sconsiglia vivamente di accedere al suo ‘interno’.
NEI DINTORNI
Con il suo impianto medievale che si sviluppa attorno all’imponente Castello Malvezzi, Orvinio è ritenuto uno dei borghi più belli d’Italia, e la zona in cui si trova - abbarbicato a 840 metri di altitudine - fa parte dei Monti Lucretili (è il centro abitato più alto dell’omonimo Parco regionale). L’area è ricca di interesse geologico – grotte, pozzi, cavità naturali, gole – ed è inoltre una destinazione ideale per chi ama il trekking boschivo, il torrentismo, la mountain-bike. In questa zona i borghi pittoreschi non mancano, né le attrazioni naturalistiche, storiche e culturali. Addentrandosi verso nord-ovest, in piena Sabina, si può visitare la sopra citata Abbazia di Farfa, con il suo suggestivo, piccolissimo borgo: ve ne abbiamo parlato meglio qui.
Dirigendosi verso nord–est invece si incontra lo splendido Lago del Turano (‘dominato’ da paesini di rara bellezza come Castel di Tora), e a breve distanza il suo ‘gemello’ Lago del Salto, due bacini artificiali balneabili incastonati nel verde. Se optate per il Lago del Turano, non perdetevi la camminata fino al borgo abbandonato di Antuni, che si erge su un colle circondato dall’acqua (ve ne abbiamo parlato qui). Chi ama i bacini lacustri può dirigersi anche verso sud, ai Laghetti di Percile, meta ideale per un pic nic o una semplice passeggiata.

A breve distanza si trova anche un’attrazione archeologica, la Villa di Orazio, la residenza d’otium del sommo poeta. Insomma, la zona è piccola di interessanti spunti di ogni genere, e, ciliegina sulla torta, è anche una meta gastronomica da non sottovalutare. Olio d’oliva, pasta fresca, funghi e tartufi, panificati speciali sono solo alcune delle specialità che si possono gustare nell’aretino e in particolare in questa zona.