
Grisì
Già il nome di Grisì potrebbe essere legato alla ricchezza: sebbene ci siano incertezze sull'etimologia, una ipotesi è che derivi dal greco krysos - oro, ma probabilmente il riferimento era destinato alla fertilità della terra, abitata e coltivata nell'antichità. Qui si insediarono i greci, i romani, i saraceni. In particolare questi ultimi lasciarono alle loro spalle una lunga scia di miti e leggende, ma anche di tesori veri e propri: durante alcuni scavi in un luogo di sepoltura sono stati trovati sarcofagi con all'interno diverse monete. Ma sarebbero ben più di poche monete, quintali di gettoni d'oro, gioielli e oggetti preziosi quelli che costituiscono il leggendario tesoro di Grisì, anche noto come 'u Bancu ri Disisa. Il 'Banco di Disisa' sarebbe un immenso patrimonio che un antico saraceno avrebbe nascosto all'interno di una grotta, che non compare in alcuna mappa geografica del luogo.

Mosaici del Duomo di Monreale
Secondo la leggenda anche chi è riuscito a trovare la misteriosa grotta e ad entrarci non ha potuto portare con sé nemmeno una moneta: un sortilegio protegge le ricchezze, e chiunque prova a impadronirsene non riesce più a trovare l'uscita della caverna. Inoltre, bisogna fare i conti con la paura dell'incontrare gli spiriti che vi abitano, e che siedono in cima al tesoro impegnati in un eterno sollazzo tra le ricchezze che nessuno potrà mai avere. Si dice che esista un modo per ovviare alla maledizione, ma è piuttosto complicato e prevede sacrifici umani: occorrerebbe trovare tre persone provenienti dai tre estremi del regno dell'epoca, tutte con lo stesso nome, Santi Turrisi. I tre dovrebbero sacrificare una giumenta, rigorosamente bianca, e mangiarne le interiora fritte all'interno della grotta. Ma anche i tre, per concludere il rituale, devono essere uccisi. Una soluzione meno macabra srebbe invece la seguente: all'interno della caverna si troverebbe un libro, che dovrebbe essere letto a voce alta rimanendo nella grotta, senza l'ausilio di una candela (e senza farsi spaventare dagli spiriti che qui dimorano).
NEI DINTORNI
Le storie del luogo si ammantano d'oro anche quando ci si sposta verso Monreale. Secondo la leggenda, re Guglielmo II, giunto nella città normanna, vide in sogno la Madonna. Ella gli indicò il punto in cui era sepolto un ingente bottino di guerra, lì nascosto da suo padre. Chiese quindi al sovrano di costruire un tempio esattamente in quel punto, cosa che Guglielmo II si incaricò di fare immediatamente, assieme al Palazzo Arcivescovile, e contemporaneamente diede inizio alla costruzione della Cattedrale di Santa Maria Nuova, semplicemente nota come Duomo di Monreale (che potete vedere nell'immagine sottostante e nei mosaici in alto).

Cattedrale di Monreale
Il Duomo di Monreale è un tesoro più che tangibile: Patrimonio dell'Umanità Unesco, parte del circuito Palermo arabo-normanna e le cattedrali di Cefalù e Monreale, è non solo un capolavoro architettonico, ma un luogo che custodisce alcuni dei più preziosi e ricchi mosaici bizantini al mondo. Trovate un approfondimento sul sito seriale siciliano a questo link. Mentre qui vi abbiamo parlato della Cattedrale di Cefalù. Per quanto riguarda i siti Unesco di Palermo, potete approfondire il tema del Palazzo Reale in questo articolo, e scoprire La Zisa in quest'altro.