
Veduta panoramica in cui è inserito il borgo di Santo Stefano di Sessanio / ©iStockphoto
Il progetto di riqualificazione
Adagiato a quota 1250 metri ed interamente costruito in pietra, fa parte del circuito del Club dei Borghi più belli d'Italia ed è in effetti tra i più suggestivi del Parco per l'armonia degli elementi architettonici regolati e fruibili per un turismo ecosotenibile. La sua storia lo vede nascere nel XII secolo in seguito al tramonto dell’antica Sextantio e si presentava come un borgo ben fortificato la cui configurazione ad ellisse si distingue bene ancora oggi. Prima sotto la Baronia di Carapelle Calvisio, poi sotto gli Aragonesi e infine sotto i Medici fino alla prima metà del Settecento, Santo Stefano di Sassanio spiccava soprattutto per il commercio di lana carfagna (una lana nera di tipo grezzo prevalentemente usata per le uniformi militari e per il saio dei monaci, prodotta a Santo Stefano e lavorata a Firenze) che, assieme alla pastorizia e all’agricoltura, lo rendevano un centro dal forte impulso economico. Dall’Unità d’Italia e per tutto il Novecento, però, ci fu un lungo periodo di abbandono delle fiorenti attività con la conseguente emigrazione della maggior parte degli abitanti.

Gli edifici di pietra che caratterizzano il borgo / ©iStockphoto
Bisogna arrivare al 2002 e alla sottoscrizione della Carta dei valori per Santo Stefano Sassanio per assistere al rilancio del paese nella forma di albergo diffuso, grazie all’intuizione dell’imprenditore di origine svedese Daniele Elow Kihigren che, acquistando alcune case, ha dato l’impulso per garantire idonei standard di accoglienza al turismo sostenibile e riuscendo a recuperare e riqualificare il borgo mantenendo la sua identità culturale. Sextantio, questo il nome dell’albergo diffuso, ha introdotto inedite procedure per conservare l’integrità non solo del borgo storico, ma anche del paesaggio circostante, e lo ha fatto mediante specifici accordi con gli enti territoriali del Comune e del Parco Nazionale. Nella parte prettamente privata prevede la conservazione delle destinazioni d’uso dell’originaria organizzazione domestica, l’occultamento degli impianti e della tecnologia, l’uso esclusivo di materiale architettonico di recupero, l’uso dell’arredamento povero della montagna abruzzese. Questo approccio di tutela preserva le tracce di un vissuto antico e l’anima più profonda e autentica di questi luoghi: dormire a Sextantio porta il visitatore indietro nel tempo, in quell’atmosfera unica e genuina che, al giorno d’oggi, è piuttosto difficile da trovare. Scopri di più su Sextantio leggendo qui

Albergo Diffuso Sexstantio, camera L'Alchimista / ©Sexstantio.it
Il borgo e le grotte
Scalinate, archi camminamenti coperti, viuzze nascoste, edifici ornati di bifore e loggiati: questo e tanto altro rendono il borgo un luogo quasi magico, che non manca di attrazioni storico culturali di cui alcune purtroppo danneggiate dal terremoto del 2009. Come la trecentesca Torre cilindrica, detta Medicea, nel centro storico, la Chiesa di Santo Stefano Protomartire, edificata tra il XIV e il XV secolo o la Chiesa Madonna del Lago, appena fuori dall’abitato, particolare per la sua posizione sulla riva di un piccolo specchio d’acqua. Ha resistito meglio la Chiesa Madre, concepito per essere la cappella medicea ma trasformata poi nella chiesa parrocchiale dall’impianto classico e dal curioso campanile a vela. Numerose sono le case quattrocentesche tra le quali spicca la Casa del Capitano, da cui si gode una vista eccezionale sulle valli del Tirino e dell’Aterno e, ancora più oltre, sulla Majella e il Parco del Gran Sasso. Nella piazza principale, invece, si trova il bel palazzo nobiliare detto Palazzo delle Logge, una delle più importanti residenze del borgo, diventato oggi una delle dimore di cui si compone l’albergo diffuso. Anche Palazzo La Bifera, residenza signorile da grandi bastioni e finestre bifore, ha oggi funzioni di albergo e ristorante.

Suggestivi archi di uno scorcio del centro storico / ©iStockphoto
A pochi chilometri da Santo Stefano di Sessanio si trovano le Grotte di Stiffe, un percorso sotterraneo di estrema bellezza naturalistica, spunto ideale per un’escursione emozionante: per i geologi, infatti, le Grotte di Stiffe sono una “risorgenza“, ovvero il punto in cui un fiume sotterraneo torna in superficie. L’acqua del fiume accompagna il visitatore lungo i 600 metri di profondità della grotta, creando suggestivi scenari tra cui una cascata con un salto di circa 20 metri. Una curiosità lega queste grotte al periodo dell’Avvento: sono anche lo scenario di uno dei più famosi presepi d’Italia ed ogni anno infatti, dall’8 dicembre al 6 gennaio, diventano una suggestiva scenografia che riproduce fedelmente le scene più famose del presepe tradizionale.
