Percorrendo la via Aurelia in direzione di Grosseto, dove un tempo gli ultimi lembi delle terre dello Stato Pontificio si congiungevano a quelli del Granducato di Toscana, si entra nel cuore della Maremma. Regione di mare e di terra, non solo butteri e cinghiali, colori forti e carattere deciso: alterna le quercete dellentroterra alla macchia mediterranea della costa, la penombra delle pinete alle spiagge, i fenicotteri della laguna alle mandrie di cavalli nellentroterra. Una regione nella regione.
La Maremma, dopo gli splendori dellepoca etrusca, ha conosciuto secoli di malaria e isolamento, che hanno però contribuito a preservarne una natura straordinariamente autentica del luogo.
Il primo paese della Maremma toscana, superato il confine con il Lazio segnato dal fiume Chiarone e dalla vecchia dogana pontificia detta Villa Boncompagni, è Capalbio: stretto nella sua doppia cinta di mura, non è solo meta di vacanze estive, ma attrae visitatori in ogni stagione.
Un itinerario da seguire è sicuramente quello della passeggiata delle mura: da qui il magnifico colpo docchio sulla macchia tuttintorno regala al visitatore una vista spettacolare. Dal perimetro al centro, dai panorami aperti alla rete viaria, ai muri in tufo: al centro del paese è Piazza Magenta, fulcro delle iniziative culturali, mondane e mangerecce di Capalbio.
Al di là della strada, verso il mare, si intravede il profilo del Monte Argentario. Più in là Orbetello, antica capitale dello Stato dei Presidi: assomiglia vista dallalto alla prua di una nave sospesa tra la laguna, la terra sullo sfondo e la diga artificiale che dal 1841, come una lunghissima passerella, la unisce al Monte Argentario.
Una posizione del tutto particolare quella di Orbetello: la si ammira salendo sul monte nel punto in cui sorge lantico e solitario convento dei frati Passionisti, unico e prezioso gioiello architettonico nella macchia che ricopre il monte.
La laguna di levante divide Orbetello dalla Feniglia, una lunga striscia di terra che unisce il monte alla terraferma allaltezza di Ansedonia. Tra i sentieri percorsi da lunghi itinerari per ciclisti e che separano la pineta dalle dune di sabbia e quindi dalla spiaggia, una lapide ricorda che nel 1610, in una disperata fuga, venne ucciso il Caravaggio che qui cercava rifugio in una fuga disperata.
A ponente, invece, la laguna separa Orbetello dal Tombolo della Giannella e quindi dal mare. A destra, appena raggiunto il ponte ancora intatto, appare uno dei simboli della cittadina lagunare, il
Molino Spagnolo, ultimo mulino a vento di una serie di nove costruiti dai senesi. Si chiama così per i rimaneggiamenti intervenuti sotto la dominazione spagnola.
Il tombolo della Giannella ospita nei suoi otto chilometri di spiaggia stabilimenti balneari e campeggi attrezzati ed è meta e dimora di alcune rare varietà di uccelli migratori tra i quali il fenicottero rosa e il cavaliere dItalia.