Il corso del fiume Aniene, che sorge sui Monti Simbruini e, dopo circa 120 chilometri, confluisce nel Tevere a Nord di Roma, si snoda tra numerose anse che caratterizzano il tratto urbano dei quartieri compresi tra Prati Fiscali e il fosso della Longarina: Monte Sacro, San Basilio, Pietralata. Nel 1997 è stata creata una Riserva Naturale che si sviluppa su un’area di circa 620 ettari con l’obbiettivo di tutelare e far conoscere il ricco ecosistema fluviale. Seguendo le anse del fiume s'incontrano angoli di natura sorprendenti, frequentati da una piccola e interessante fauna che comprende anche il martin pescatore, il granchio d'acqua dolce, l'airone cenerino. La presenza del gambero e del granchio di fiume costituiscono due indicatori ecologici molto validi poiché sono notoriamente abitatori di acque pulite.
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Il territorio è pianeggiante e tale caratteristica ha favorito l’instaurarsi di querceti, ma la presenza del fiume ha aggiunto l’olmo, il salice bianco, il frassino. Nel tratto extraurbano predomina la morfologia della campagna romana con elementi di grande interesse come le sorgenti dell’Acqua Vergine, il cratere dell’antico Lago di Castiglione e l’area di Pantano Borghese. Anche il patrimonio culturale è di tutto rispetto. Particolarmente rilevante è la presenza del Ponte Nomentano, che risalirebbe all’epoca di Menenio Agrippa e che, con le sue sovrastrutture di epoca medievale e rinascimentale, è stato immortalato da pittori di tutte le epoche.
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E’ infatti uno dei monumenti più suggestivi della Campagna Romana, che gli artisti hanno raffigurato sempre imponente ed isolato nella solitudine dell’Agro, animato unicamente dal passaggio di carri e greggi: oggi è stretto nel quartiere di Monte Sacro ma permane impregnato della sua aurea affascinante. Il ponte venne eretto dai Romani tra la fine del II e l’inizio del I secolo a.C., nel punto in cui la via Nomentana superava il fiume Aniene, dove probabilmente sin dalla preistoria avveniva il passaggio delle mandrie transumanti verso il mare. La struttura romana conserva un’effige con testa bovina e clava che richiama il culto di Ercole, protettore degli armenti e dei commerci. La struttura attuale del ponte si deve ai lavori quattrocenteschi voluti da Papa Niccolò V, anche se nel corso dei secoli diversi sono stati i danni e i rimaneggiamenti. Nel 2000, in occasione degli interventi realizzati per il Giubileo, è stato effettuato un restauro conservativo dell’edificio associato alla bonifica ed al recupero del contesto ambientale.
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