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Una Monument Valley tutta italiana
Quello della formazione delle Balze è un processo iniziato nel corso del Pliocene. All'epoca, il territorio dell'attuale Valdarno Superiore era occupato da un grande lago alimentato da acque che, discendendo dalle montagne circostanti, trasportavano e depositavano sul suo fondale sedimenti che, a seguito dell'estinzione del lago, sono stati, poi, progressivamente erosi e smantellati dalla formazione dell'Arno e dei suoi torrenti trasversali minori. Gli affluenti che discendono dal Pratomagno, più vigorosi, hanno esercitato una maggiore azione erosiva ed è per questo che proprio sulle pendici del massiccio le Balze hanno assunto dimensioni e forme più evidenti e spettacolari. Nel corso dei millenni l'acqua e gli agenti atmosferici hanno continuato a modellare e plasmare il paesaggio sino a condurre ai giorni nostri queste bellezze tutte italiane che, tutto sommato, non impallidiscono al confronto con la Monument Valley d'oltreoceano. Le formazioni più scenografiche si estendono in un vasto territorio che comprende parte delle province di Arezzo e di Firenze ed in particolare i comuni di Terranuova Bracciolini, Castelfranco di Sopra, Loro Ciuffenna, Pian di Scò, Laterina e Reggello. Sembrano davvero delle grandi cattedrali naturali, sormontate da guglie e pinnacoli dalla superficie irregolare che rivela, nei colori, nelle forme e nella consistenza, l'antica stratificazione dei sedimenti lacustri di sabbia, argilla e ghiaia da cui hanno avuto origine. Possono raggiungere fino ad un centinaio di metri di altezza e sono intercalate da gole profonde, mentre tutto attorno una natura rigogliosa crea un contrasto di colore sorprendente con le rocce e il cielo, specialmente con l'approssimarsi del tramonto quando le Balze si tingono di intense sfumature gialle e arancio.
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Una veduta delle Balze
A spasso lungo il sentiero dell'Acqua ZolfinaPer ammirare questi capolavori della natura è possibile intraprendere numerosi itinerari ben segnalati che regalano viste stupende sulle Balze più suggestive. Il percorso più affascinante è quello ad anello, chiamato “dell'Acqua Zolfina”, contrassegnato dal CAI con il n. 51, che segue i sentieri dell'Acqua Zolfina e delle Fossate. L'itinerario prende il via da Castelfranco di Sopra (AR) e prevede, dapprima, il guado in tre punti del Borro delle Fossate in una fetta vegetazione dalla quale, ogni tanto, è possibile intravedere le punte dei pinnacoli gialli che fanno capolino. Successivamente il percorso prosegue attraverso prati verdeggianti e campi coltivati dai quali si imbocca il sentiero dell'Acqua Zolfina che, tra scenari verdeggianti, vigneti e piante da frutto, si avvicina man mano sempre di più alle Balze che dominano il paesaggio dando l'impressione di trovarsi al cospetto dei grandi canyon statunitensi. Con una piccola deviazione sul Sentiero delle Balze di Piantravigne si può raggiungere il pittoresco borgo di Piantravigne, abbarbicato su uno strapiombo, dal quale si può ammirare quella che da molti è considerata la vista più suggestiva delle Balze. Il percorso ad anello prosegue costeggiando il borro dell'acqua zolfina che, dal nome e dall'odore, rivela immediatamente la presenza di zolfo nelle acque. Quando, imboccata la Setteponti, ci si troverà al cospetto dell'antica Badia di Soffena si avrà la conferma di essere prossimi al ritorno al punto di partenza.

Balze presso Castelfranco
I tesori del Valdarno SuperioreMa c'è un altro luogo in cui le Balze rivelano uno scenario che sembra uscito direttamente da una favola. Chi desidera provare la sensazione di trovarsi, per una volta, all'interno di un romanzo fantasy non potrà rinunciare a raggiungere la suggestiva Cava delle Fate, tra cattedrali rocciose immerse in variopinte fioriture. Da non perdere, inoltre, una passeggiata alla scoperta del vicino borgo di Persignano, a metà strada tra la Setteponti e la strada delle Cave, che porta sino alla Cava delle Fate, del magnifico borgo di Montemarciano e di quello di Loro Ciuffenna, uno dei Borghi Più Belli d'Italia, con le sue antiche pievi con l'abside rivolto ad est, dove sorge il sole, le case di pietra e i prati fioriti del Pratomagno. La pieve di San Pietro a Gropina, un vero capolavoro in stile romanico, è considerata una delle più belle della regione ed ingloba l’antica chiesa paleocristiana, risalente al V-VI secolo, e l’edificio longobardo dell'VIII-IX secolo, stessa epoca a cui risale anche lo splendido pulpito che le maestranze romaniche hanno deciso di conservare probabilmente per l'elevato pregio della sua lavorazione.
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